B come… bacio!

B come… bacio!

Nella Bibbia, il bacio più famoso, riprodotto da poeti e artisti come per esempio Giotto nella padovana Cappella degli Scrovegni, è senza ombra di dubbio quello di Giuda, che con questo segnale tradisce Gesù nell’Orto degli ulivi, significativamente raccontato da tutti e tre i Sinottici (Mt 26,48-49; Mc 14,44-45; Lc 22,47). Probabilmente perché colpisce la nostra stessa immaginazione che con questo gesto, di solito accostato ad affetti e fidanzamenti, si perpetri invece un tradimento odioso. Secondo l’evangelista Luca, sarebbe lo stesso Gesù a stupirsene: «Giuda, con un bacio tu tradisci il Figlio dell’uomo?» (Lc 22,48). Gesù, che del resto, di ben altri più appassionati, e femminili, baci aveva potuto godere (cf. Lc 7,38).
Per il resto, la Sacra Scrittura, i cui coprotagonisti con Dio sono uomini e donne in carne e ossa, innamorati, sposi, amici per la pelle, genitori e figli, categorie umane più che esperte in baci, non può che essere un vero e proprio “baciatoio”: Giacobbe bacia Rachele (Gen 29,11), Giuseppe i suoi fratelli (Gen 45,15), Noemi le nuore (Rt 1,9), Assalonne bacia chiunque si presenti per il giudizio (2Sam 15,5); il re bacia Ester (Est 5,2), ecc. È, infine, con i due giovani del Cantico dei cantici che il bacio diventa, oltre che molto concreto, anche segno dell’amore, loro, ma anche di Dio: «Mi baci con i baci della sua bocca» (Ct 1,2; Chiara cita questo versetto in 4LAg 32: FF 2906)! Così anche il bacio è persino “santo”, sinonimo di «amore fraterno» (1Pt 5,14). Come quello che si devono scambiare i fratelli e le sorelle in Cristo: «Salutatevi a vicenda con il bacio santo» (1Cor 16,20).
Così, se 24.000 baci, come cantava Celentano, ci sono nella Bibbia, possiamo ben immaginare che Francesco e Chiara non furono certo di meno! Sia nel darli che nel riceverli (cf. FiorCons 3: FF 1924). Francesco baciò un po’ tutti, ma fu senz’altro quello al lebbroso il più importante della sua vita: «E il lebbroso, che gli aveva steso la mano come per ricevere qualcosa, ne ebbe contemporaneamente denaro e un bacio» (2Cel 9: FF 592). Ma fu solo il primo di una lunga serie (cf. LegM 2,6: FF 1045). Se più scontati potevano essere i baci per l’evangeliario (Breviario di san Francesco: FF 2696) o per le immagini di Gesù Bambino (2Cel 199: FF 787), altra categoria meritoria di baci fu per Francesco quella delle mani dei sacerdoti, da “dove” Gesù ancora si incarna sull’altare, e perciò più degne persino di quelle di un santo disceso dal cielo (2Cel 201: FF 790). Baci ci furono anche per i piedi dei suoi frati (cf. Rnb 24,3: FF 72; 2Lf 87: FF 206). E, persino, per la spalla di un frate questuante, lì dove si appoggiava la bisaccia (CAss 98: FF 1636)!
Chiara, nel chiuso di San Damiano, si arrangiò come poté, riempiendo di affettuosi e rigeneranti baci le consorelle (cf. Proc 2,3: FF 2946; LegsC 8: FF 3182). L’ultimo suo bacio fu un rendimento di grazie a Dio, accostando le labbra alla bolla papale che finalmente, a pochi giorni dalla sua morte, riconosceva ufficialmente la sua Regola (Proc 3,32: FF 2998).
Non si può certo dire che i nostri due santi non furono pienamente e appassionatamente umani!
(Alfabeti improbabili. A zonzo tra Bibbia e Fonti Francescane/41)

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ARTICOLO DI: Fabio Scarsato

“Fra Fabio Scarsato – Originario di Brescia, frate minore conventuale, è appassionato di san Francesco e francescanesimo, che declina come stile di vita personale e come testimonianza agli altri. È passato attraverso esperienze caritativo-sociali con minori e giovani in difficoltà, esperienze parrocchiali e santuariali nella trentina Val di Non (Sanzeno e S. Romedio), di insegnamento della spiritualità francescana, condivisione di esercizi spirituali e ritiri, grest e campiscuola anche intereligiosi, esperienze di eremo e silenzio. Attualmente vive al Villaggio S. Antonio di Noventa Padovana, ed è direttore editoriale del Messaggero di S. Antonio, del Messaggero dei ragazzi e delle Edizioni Messaggero Padova.”

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