lo Spirito Santo, ministro generale dell’Ordine
Francesco d’Assisi, uomo di Dio. Per questo motivo anche molto esigente nei confronti di Dio. Tanto da “eleggere” d’ufficio lo Spirito Santo come Ministro generale (ossia la guida principale della fraternità dell’Ordine minoritico). Racconta Tommaso da Celano (2Cel 193: in FF 779):
«Quando Francesco si faceva la tonsura, spesso ripeteva a chi gli tagliava i capelli: «Bada di non farmi una corona troppo larga! Perché voglio che i miei frati semplici abbiano parte nel mio capo». Voleva appunto che l’Ordine fosse aperto allo stesso modo ai poveri e agli illetterati, e non soltanto ai ricchi e ai sapienti. «Presso Dio – diceva – non vi è preferenza di persone, e lo Spirito Santo, ministro generale dell’Ordine, si posa egualmente sul povero e il semplice». Avrebbe voluto inserire proprio questa frase nella Regola, ma non fu possibile perché era già stata confermata con bolla».
“Lo Spirito Santo si posa ugualmente sul povero e il semplice”. Pare di intuire lo sguardo trasognato di Francesco che penetra la pagina degli Atti degli apostoli: «Venne all’improvviso dal cielo un fragore, quasi un vento che si abbatte impetuoso, e riempì tutta la casa dove stavano. Apparvero loro lingue come di fuoco, che si dividevano, e si posarono su ciascuno di loro, e tutti furono colmati di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue, nel modo in cui lo Spirito dava loro il potere di esprimersi…» (2,2-4).
«Già nella seconda Lettera ai Fedeli (cap. X) Francesco esprime il senso da dare al fatto che lo Spirito “riposa” su coloro che conducono vita penitenziale: significa che lo Spirito Santo vive nei religiosi e nel loro cuore prepara l’inabitazione della Trinità. Vuol dire che – per Francesco – le differenze tra i frati non devono esistere, proprio perché essi hanno in comune ciò che per lui costituisce la cosa più importante: l’inabitazione dello Spirito, il quale non fa distinzione di persone, ma inabita sia nel saggio che nel semplice, a patto che camminino nella vita penitenziale» (R.Bartolini, Lo Spirito del Signore. Francesco d’Assisi guida all’esperienza dello Spirito Santo, p.182).
La pagina giovannea proposta dal Vangelo odierno della solennità di Pentecoste ricorda bene questa dinamica nelle parole di Gesù: «Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui» (Gv 14,23).
Da Francesco restauratore e abitatore di chiese (San Damiano), a Francesco (e i fratelli!) abitati dal Padre e dal Figlio nello Spirito.
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