“I frati lavorino…”. 1° maggio, festa dei lavoratori

“I frati lavorino…”. 1° maggio, festa dei lavoratori

«E i frati che sanno lavorare, lavorino ed esercitino quella stessa arte lavorativa che già conoscono, se non sarà contraria alla salute della loro anima e potrà essere esercitata onestamente» (Rnb 7,3: FF 24).
«E io lavoravo con le mie mani e voglio lavorare; e voglio fermamente che tutti gli altri frati lavorino di un lavoro quale si conviene all’onestà. E quelli che non sanno, imparino, non per la cupidigia di ricevere la ricompensa del lavoro, ma per dare l’esempio e tener lontano l’ozio» (2Test 20-21: FF 119).
«Le sorelle alle quali il Signore ha dato la grazia di lavorare, dopo l’ora di terza lavorino con fedeltà e devozione e di un lavoro che sia onesto e di comune utilità, in modo tale che, bandito l’ozio nemico dell’anima, non estinguano lo spirito della santa orazione e devozione, al quale tutte le altre cose temporali devono servire. L’abbadessa o la sua vicaria sia tenuta ad assegnare in capitolo, davanti a tutte, ciò che ciascuna dovrà fare con le proprie mani» (RsC 7,1-3: FF 2792-2793).

Pensieri, anzi indicazioni di Francesco e Chiara per il lavoro di frati e suore. Per far festa in questo 1° maggio con tutti i lavoratori e con chi il lavora lo crea e lo distribuisce. Per chi un lavoro dignitoso e remunerato ce l’ha. Per chi lavora in maniera indegna e sottopagato, sfruttato da avidi padroni. Per i bambini lavoratori di tante pari del mondo. Per chi il lavoro lo ha ammazzato o ferito nel corpo, e per i suoi familiari. Per chi il lavoro non lo ha ancora trovato o lo ha perso. Per chi ce la fa a offrire alla propria famiglia una vita dignitosa, e per chi no. Per chi combatte per un lavoro equo e umano per tutti. Per i ragazzi che un lavoro lo stanno imparando sui banchi di scuola e nelle officine o nei campi.
Perché il lavoro non sia spregiudicata ricerca di ricchezza a scapito degli altri, ma realizzazione dei propri carismi, partecipazione alla creazione continua di Dio e contributo per un mondo migliore! Nella solidarietà con chi è nel bisogno.

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ARTICOLO DI: Fabio Scarsato

“Fra Fabio Scarsato – Originario di Brescia, frate minore conventuale, è appassionato di san Francesco e francescanesimo, che declina come stile di vita personale e come testimonianza agli altri. È passato attraverso esperienze caritativo-sociali con minori e giovani in difficoltà, esperienze parrocchiali e santuariali nella trentina Val di Non (Sanzeno e S. Romedio), di insegnamento della spiritualità francescana, condivisione di esercizi spirituali e ritiri, grest e campiscuola anche intereligiosi, esperienze di eremo e silenzio. Attualmente vive al Villaggio S. Antonio di Noventa Padovana, ed è direttore editoriale del Messaggero di S. Antonio, del Messaggero dei ragazzi e delle Edizioni Messaggero Padova.”

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