Con Chiara… La vocazione dono di misericordia e Francesco mediatore di misericordia

Con Chiara… La vocazione dono di misericordia e Francesco mediatore di misericordia

«Tra gli altri doni che ricevemmo e ogni giorno riceviamo dal nostro Donatore, il Padre delle Misericordie, per i quali dobbiamo maggiormente rendere grazie allo stesso glorioso Padre, c’è la nostra vocazione: e quanto più è grande e perfetta, tanto più a Lui siamo obbligate» (FF 2823).
Sono una lode a Dio, al Dio elargitore di misericordia, queste prime righe del Testamento di Santa Chiara. Un Dio che è Padre, un Padre che è misericordia, una misericordia che si fa dono. E’ un dono di vita, è la possibilità di guardare e riconoscere la propria vita come il luogo e il tempo di un appuntamento importante ed unico: quello, come dice la stessa Chiara nella sua quarta lettera ad Agnese di Boemia, con «colui la cui bellezza ammirano incessantemente tutte le beate schiere dei cieli, il cui affetto appassiona, la cui contemplazione ristora, la cui benignità sazia, la cui soavità ricolma…» (FF 2901).
Non è il Dio che ci dà la possibilità, l’opportunità, che ci “fa la carità” di incontrarlo, di amarlo, di seguirlo; non è questo il Padre delle Misericordie, ma è il Dio che ci corre incontro, che arde di passione per l’uomo, che ci grida e continua a gridarci, ogni giorno, il desiderio di abbracciare la nostra vita e di lasciarsi abbracciare da ciascuno di noi nella nostra vita.
E Chiara si getta in questa avventura, accogliendo e riempiendo la propria storia di tutta la dolcezza che «Dio stesso, fin dall’inizio, ha riservato ai suoi amanti» (FF 2889).
Chiara non possiede la sua vocazione come qualcosa di proprio ma la vive come puro dono di Dio, dono di cui solo può rendere grazie e a cui può rispondere restituendo, a sua volta, tutta se stessa nell’amore. Chiara è pienamente cosciente che tutto nella storia sua e della sua comunità è stato dono del Padre, tutto è manifestazione gratuita della sua bontà e misericordia. E tutta la sua storia e la storia della sua comunità è diventata risposta d’amore ad una chiamata di amore gratuito.
«Per noi il Figlio di Dio si è fatto via, che ci mostrò e insegnò con la Parola e l’esempio il beatissimo padre nostro Francesco, di lui vero amante e imitatore» (FF 2824-2825).
Nell’esperienza vocazionale di Chiara, nell’esperienza di questo incontro “faccia a faccia” con il Signore, è decisiva la mediazione di un uomo concreto, di Francesco. Un uomo che con la propria vita si fa voce, eco, segno concreto di una Parola pronta a parlare alla vita, al cuore di questa donna.
«Dopo che l’Altissimo Padre celeste, per sua misericordia e grazie, si degnò di illuminare il mio cuore perché, per l’esempio e l’insegnamento del beatissimo padre nostro Francesco, facessi penitenza, poco dopo la sua conversione, unita alle poche sorelle che il Signore mi aveva donato poco dopo la mia conversione, volontariamente gli promisi obbedienza, così come il Signore aveva riversato in noi la luce della sua grazia attraverso la sua vita mirabile e il suo insegnamento» (FF2831).
Chiara, come Francesco, è profondamente convinta che protagonista primo e assoluto di ogni vicenda di salvezza è Dio, il suo amore, la sua grazia. Ella però, con quel radicamento profondo nella realtà storica e umana che è tipico della donna, sottolinea con forza l’opera di mediazione e illuminazione che su lei e le sorelle ha esercitato Francesco, fino a dire che proprio Francesco mostrò e insegnò loro la via di Cristo continuando durante la sua vita ad essere per loro colonna e unica consolazione e sostegno dopo Dio.
«Il beato Francesco, udito l’elogio della sua virtù, prese tosto ad esortarla inducendola al perfetto servizio di Cristo. Ed ella, accogliendo pronta i suoi santi consigli e desiderando ormai rinunciare completamente al mondo e ai beni della terra per servire il Signore solamente in povertà volontaria, quanto prima poté mandò ad effetto questo suo ardente desiderio» (FF 3286-3287).
Leggiamo infatti nella “Legenda sanctae Clarae virginis”: «Era prossimo il giorno solenne delle Palme, quando la giovane si recò dall’uomo di Dio per chiedergli della sua conversione, quando e in che modo dovesse agire. Il padre Francesco ordina che nel giorno della festa, elegante e ornata, si rechi alle Palme in mezzo alla folla del popolo, e poi la notte seguente, uscendo fuori dalla città, converta la gioia mondana nel lutto della domenica di Passione» (FF 3168).
E Chiara compie esattamente questi gesti: le dà forza il pensiero che solo così le si aprirà quella porta verso la libertà suprema di cui l’ha innamorata Francesco, la libertà che è servire Dio, istante per istante, nella più assoluta fedeltà alla sua Parola.

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ARTICOLO DI: Clarisse urbaniste

“Sorelle Clarisse – Federazione urbanista. Donne che hanno scelto di seguire più da vicino Gesù, seguendo la testimonianza di vita di san Francesco e santa Chiara, nella vita fraterna, nella povertà e nella preghiera quotidiana. «Dietro una grata», come semplificando si sente dire dai più, per cercare di immaginarsi cosa sia la clausura e la vita contemplativa. La Federazione di Santa Chiara d’Assisi delle Monache Clarisse Urbaniste d'Italia è formata dai Monasteri che professano la Regola delle Suore di S. Chiara promulgata da Papa Urbano IV nel 1263. Da qui il nome di Clarisse Urbaniste. Siamo dislocate in tutta Italia e abbiamo 3 monasteri all’estero: in Venezuela, Messico e Romania. Info: www.clarisse.it”

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