Opere di misericordia spirituali – consigliare i dubbiosi

Opere di misericordia spirituali – consigliare i dubbiosi

Tutt’altro che anacronistiche, le opere di misericordia spirituali si rivelano come gesti umanizzanti che toccano la nostra dimensione invisibile: lo spirito. Solo analizzando i termini del titolo si potrebbe tenere un intero seminario di approfondimento. Opere rimanda all’aspetto pragmatico, concreto, dell’agire secondo lo sguardo di Dio a favore del prossimo. Misericordia rimanda anzitutto alle viscere di appassionata benevolenza che sono tipiche del Padre e di Gesù stesso, il quale, di fronte alle sofferenze umane, prova compassione viscerale, uterina, e interviene in modo concreto verso chi soffre nel corpo e nell’anima. Spirituale rimanda alla dimensione invisibile e potentemente influente del senso e dei significati. Infatti questi strutturano la vita, la guidano, la «pilotano», le danno direzione e gusto. Infatti, di una cosa o di un’azione ricche di significati positivi diciamo: «è una cosa sensata! Ha senso! In questo provo gusto e soddisfazione!». Parlare dunque di «opere di misericordia spirituale» significa trattare di azioni altamente umanizzanti e promuoventi, caratterizzate dalla forte e appassionata determinazione di volere il bene dell’altro che noi percepiamo in qualche difficoltà circa il senso della vita, delle scelte e delle azioni che si possono fare per realizzare il bene.

Venendo alla prima opera di misericordia spirituale – consigliare i dubbiosi – una prima reazione sorpresa e difensiva potrebbe essere: «Ma come, io che ho già i miei dubbi, che vivo in mezzo a tanta incertezza, che non so consigliare nemmeno me stesso, come posso, come pretenderei di saper consigliare chi è nel dubbio?» Oppure, in modo più tronfio: «Ma questo io l’ho sempre fatto, ho sempre consigliato gli altri!». E via banalizzando, a partire dal nostro esclusivo punto di vista, dalla nostra ristretta sensibilità e presunta incapacità o stracapacità di fare il bene… Quanto ci sottostimiamo capaci di fare il bene! O quanto ci pavoneggiamo nell’illusione di farlo!

La conseguenza in ambedue i casi? Ciò che perdiamo per strada è esattamente l’altro, i suoi bisogni di attenzione e di senso. E così perdiamo anche un’altra possibilità: scorgere, cioè, che anche oggi per noi c’è Gesù Cristo assetato che mendica da noi l’acqua del significato, del senso. Il problema è che noi non crediamo che Gesù sia presente negli assetati di senso di oggi, in chi è costretto, per varie ragioni non sempre facili a sondare, a fare fatica per raccogliere un briciolo di sensatezza, una piccola luce che effettivamente liberi dal non senso, dal disorientamento, dallo smarrimento.

Tutti ammiriamo le persone che non hanno dubbi, che si mostrano sicure del fatto loro. Le ammiriamo e… a pelle ci stanno anche antipatiche. Perché il dubbio è umano e… divino se lo stesso Gesù Cristo si è chiesto: «ma il Figlio dell’uomo, alla sua venuta, troverà la fede sulla terra?». Nello stesso tempo Gesù è venuto per togliere dal cuore dell’uomo il dubbio fondamentale : «Dio, ma Tu, mi ami?». La risposta di Gesù Cristo è un sonoro ed eterno: «Sì! Dio ha tanto amato il mondo – e dunque anche te! – da dare il suo Figlio». E da mandare lo Spirito del suo Figlio che ispiri, riscaldi ed assista nel discernere i dubbi.

Lo Spirito Santo è non solo il Consolatore ma anche il Consigliatore, datore del dono del consiglio, Spirito amico dell’uomo che lo porta attraverso ispirazioni, incontri ed esperienze a trovare la strada che Dio desidera che percorra.

E lo Spirito si serve anche degli uomini, si serve anche di noi. E forse proprio tu o proprio io, proprio noi che non riusciamo a vedere soluzioni per i nostri personali problemi, possiamo essere illuminati sui problemi degli altri. Non si tratta di essere dei vecchi saggi o dei preveggenti. Si tratta prima di tutto di saper ascoltare. Quest’arte è difficile e faticosa. Ed è un grandissimo e raffinatissimo aiuto che possiamo donare agli altri. Forse, se Dio ti concede la grazia di ascoltare davvero qualcuno che ti parla dei suoi problemi, ti capiterà di vedere come , anche se non sai come consigliare l’altro, per il solo fatto che questa persona ha trovato qualcuno che l’ha ascoltato, i problemi acquistano un punto di vista e una luce diversi. Forse alla fine del suo parlare, questa persona ti ringrazierà perché ha intravisto una soluzione. Da dove è emersa questa soluzione? Dallo spazio di amore di una persona che l’ha guardata e ascoltata come un essere degno di essere ascoltato e amato. Oppure lo Spirito ti ispirerà qualcosa da dire, qualcosa che devi avere il coraggio di dire anche se costa.

Placando la sete di verità e di senso di colui o di colei che dubita con un consiglio semplice e insieme sapiente che viene dal Signore, avrai scavato per loro e con loro un pozzo di acqua fresca.

È un po’ lo stile di Francesco d’Assisi, che accoglie come madre, ascolta frate Leone e poi lo rimanda a se stesso, alla propria libertà e responsabilità, come padre che introduce alla vita di figlio di Dio.

Frate Leone, il tuo frate Francesco ti augura salute e pace. Così dico a te, figlio mio, come madre, che tutte le parole, che abbiamo detto lungo la via, le riassumo brevemente in questa parola di consiglio, e non c’è bisogno che tu venga da me per consigliarti, perché cosi` ti consiglio: in qualunque maniera ti sembra meglio di piacere al Signore Dio e di seguire le sue orme e la sua povertà, fatelo con la benedizione del Signore Dio e con la mia obbedienza. E se a te è necessario, perché tu ne abbia altra consolazione, che la tua anima ritorni a me, e tu lo vuoi, vieni.

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ARTICOLO DI: Paolo Floretta

“Fra Paolo Floretta è francescano conventuale. Laureato in filosofia e psicologia, è specializzato in psicoterapia. Ha lavorato al Messaggero di sant’Antonio, seguendo per alcuni anni lo sviluppo del web e il suo uso in chiave pastorle. Ha insegnato presso la Facoltà Teologica del Triveneto e si occupa di formazione e accompagnamento psicoterapeutico. Sta concludendo la specializzazione in teologia spirituale. Con don Marco Sanavio ha pubblicato Webpastore.it (EMP 2010).”

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