Chiara: figlia, sorella… madre. Le relazioni culla di misericordia

Chiara: figlia, sorella… madre. Le relazioni culla di misericordia

San Damiano, Assisi, 1211 circa. In questa chiesetta appena fuori dalle mura di Assisi, che aveva restaurato pietra dopo pietra con le sue mani, Francesco conduce Chiara, la prima donna che vede in controluce nella vita del poverello la vocazione a cui il Signore la sta chiamando. Là Chiara risponde al Padre delle Misericordie sapendosi figlia amata e custodita, e ben presto accoglie dal Padre il dono di altre donne desiderose di vivere insieme a lei la comune figliolanza divina, donne che lo stesso Battesimo ha reso figlie e sorelle. Nasce così la prima fraternità francescana femminile: la possiamo chiamare anche “sororità”! è una comunità di donne che abbracciano il Vangelo come loro forma di vita e lo fanno INSIEME, condividendo nel “limite” fisico della clausura la quotidianità della sequela, una quotidianità dai tratti tanto straordinari quanto banali. Quanto hanno ricevuto gratuitamente dal Donatore di ogni dono, lo condividono: la vocazione, l’amore del Padre, la Parola del Vangelo, il cibo materiale e spirituale.
Dopo pochi anni a S. Damiano la comunità delle “sorelle povere” conta già cinquanta membri. Sono sorelle perché figlie dello stesso Padre. Sono povere perché vivono nell’abbandono completo alla provvidenza, mano attraverso cui il Padre si prende cura di loro. Ma mantengono tutte le caratteristiche del loro essere donne: i loro caratteri, le loro mentalità, le età e le provenienze diverse… Potrebbe sembrare un miracolo che cinquanta persone (donne!) tanto diverse tra loro riescano in così poco spazio (basta visitare S. Damiano per rendersene conto!) a vivere insieme in fraternità. Hanno un “segreto”: cercano di vivere restituendo la misericordia ricevuta in abbondanza dall’alto, riversandola nella dimensione orizzontale. La fraternità diventa ogni giorno luogo per ricevere e donare amore. Chiara nel suo testamento descrive questo “segreto” così: «amandovi a vicenda nella carità di Cristo, dimostrate al di fuori con le opere l’amore che avete nell’intimo» (Proc 2,3: FF 2946). Quell’amore ricevuto nella liturgia, nell’eucarestia, nella Parola, nella provvidenza concreta che le raggiunge attraverso la generosità degli assisani, entra in un circolo “virtuoso”, e ciò che è ricchezza per una lo diventa per tutte. Ce lo raccontano direttamente le sorelle di Chiara nelle testimonianze rilasciate nel processo di canonizzazione della loro Madre: Chiara per prima, infatti, anima la vita della fraternità con le sue parole, «dolci ammonimenti» (Proc 12,6: FF 3090), con l’umiltà con cui lava i piedi alle sorelle esterne che svolgono servizi al di fuori della clausura (Proc 3,9: FF 2975), con la cura delle sorelle inferme (Proc 6,8: FF 3031). Una volta le sorelle avevano per cibo solo mezzo pane: l’altra metà infatti l’avevano mandata ai frati che vivevano accanto al monastero per provvedere alle necessità materiali e spirituali della comunità di S. Damiano. Chiara con fiducia fa tagliare quella mezza pagnotta in cinquanta fette, e tutte se ne saziano (Proc 6,16: FF 3039)! È il miracolo della fede: la condivisione non diminuisce ma aumenta, non divide ma moltiplica!
Ma la misericordia e l’amore materno non hanno confini. Chiara infatti non tesse relazioni fraterne solo all’interno delle mura della clausura. Nella lontana Boemia una principessa, Agnese, figlia del re Otokar, ha sentito parlare della fraternità di San Damiano, e rinunciando a nozze imperiali si chiude in un monastero da lei fondato per vivere «nell’unità di spiriti e con voto di altissima povertà» (BolsC 5: FF 2745), e si rivolge direttamente alla fonte assisana attraverso delle lettere portate per mano dei frati minori che stanno evangelizzando l’Europa. Conosciamo quattro lettere che Chiara scrive ad Agnese tra il 1234 e il 1253: sono scritti impregnati di affetto fraterno, di alta spiritualità e di grande umanità. Attraverso queste parole Chiara fa giungere alla figlia lontana il suo incoraggiamento a proseguire sulla via della sequela del Cristo povero, che lei stessa ha amato e seguito per tutta la vita. Nel lontano medioevo le lettere di Chiara manifestano come la misericordia non conosca limiti spaziali, e neanche la fraternità li conosce. La misericordia infatti si incarna là dove si tessono relazioni che dicono il nostro essere creature amate e perciò amanti, custodite e perciò capaci di custodire, fragili e delicate e perciò preziose.

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ARTICOLO DI: Clarisse urbaniste

“Sorelle Clarisse – Federazione urbanista. Donne che hanno scelto di seguire più da vicino Gesù, seguendo la testimonianza di vita di san Francesco e santa Chiara, nella vita fraterna, nella povertà e nella preghiera quotidiana. «Dietro una grata», come semplificando si sente dire dai più, per cercare di immaginarsi cosa sia la clausura e la vita contemplativa. La Federazione di Santa Chiara d’Assisi delle Monache Clarisse Urbaniste d'Italia è formata dai Monasteri che professano la Regola delle Suore di S. Chiara promulgata da Papa Urbano IV nel 1263. Da qui il nome di Clarisse Urbaniste. Siamo dislocate in tutta Italia e abbiamo 3 monasteri all’estero: in Venezuela, Messico e Romania. Info: www.clarisse.it”

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