Tre regali per Natale/2. Triduo in preparazione al Natale

Tre regali per Natale/2. Triduo in preparazione al Natale

Secondo regalo di Natale
Avete delle difficoltà da affrontare, una decisione difficile, una scelta non semplice, una situazione confusa da non sapere come muoversi, cosa fare, dove andare?
Il regalo è Giuseppe: la decisione.
Giuseppe è già fidanzato con Maria. Ognuno vive a casa sua e quindi non vi sono rapporti fra i due.
Ma Maria rimane incinta. Giuseppe si dice: “Io non sono stato”.
E poi: “Come faccio a credere a Maria che mi dice dell’annuncio di un angelo?”. Poi anche lui ha un sogno che gli dice di prendere Maria come sua sposa (cf. Mt 1,18-25). Giuseppe rimane indeciso: seguo il cuore, l’intuizione, il sogno che ho fatto o seguo  le regole, quello che fanno tutti, che mi dicono di lasciar stare tutto, di lasciar perdere?
Quanta fatica ha dovuto affrontare il povero Giuseppe, che si ritrova a dover stravolgere i suoi progetti perché Dio gli ha rubato la ragazza! Giuseppe sta vivendo nel dramma, come promesso sposo tradito avrebbe dovuto celebrare un divorzio ufficiale. In tal caso, Maria sarebbe apparsa come adultera e, quindi, rischiava di essere lapidata, rifiutata ed emarginata dai parenti e da tutti gli abitanti del villaggio. Giuseppe però voleva ripudiare la sua giovane sposa in segreto. Era un gesto di giustizia delicata, si potrebbe dire misericordiosa.
Dio interviene anche con lui, e in uno splendido sogno gli appare un angelo che gli rivela, che lo rassicura, che non si trova nel mezzo di un tradimento, ma di una straordinaria storia d’amore, quella di Dio. Giuseppe lo ascolta e comprende quello che sta accadendo attorno a lui e dentro di lui. Giuseppe  si arrende silenzioso, con fede grande di fronte al mistero di Dio, diviene così discepolo del Vangelo, prende con sé Maria.
Ma Giuseppe, l’uomo giusto, decide e sceglie con il suo cuore.
Decidere è prendere una strada e non un’altra, perché non si può tutta la vita rimanere in attesa o pensando a quale sarà la strada migliore o se si sbaglia o se non è quella giusta. Ad un certo punto bisogna prendere una strada, anche se non si hanno tutte le informazioni o tutte le garanzie o tutte le certezze. De-cido vuol dire tagliare: si prende una strada e non un’altra, perché non tutte le strade si possono prendere. E quando ne prendo una, ne taglio altre. C’è difficile affrontare certe questioni e certi problemi: a volte rimanderemo, faremo finta di niente o semplicemente lasceremo là, sperando che il tempo faccia. Ma un problema è fatto per essere affrontato.
Decidere?
Giuseppe decide ed inizia così la sua stupenda avventura con Dio, decide di Maria, decide il accogliere il mistero di un bambino non suo. Il racconto della nascita di Gesù nell’evangelista Matteo (cf. Mt 1,18ss), è sempre accompagnato da sogni, nei quali un angelo del Signore chiarisce a Giuseppe quanto sta accadendo. Giuseppe, il falegname di Nazareth, lo sposo di Maria decide di accogliere la sua sposa e il «Bambino di Betlemme», come amava chiamarlo il nostro padre san Francesco, il Padre delle misericordie ci ha donato la vita e la vita in abbondanza.
È Natale, la festa dell’eterna giovinezza di Dio, e di quelli che lo accolgono negli umili segni di un neonato avvolto in fasce. Natale, l’Altissimo e l’Onnipotente si rivela come l’Emmanuele, il Dio-con-noi. Pertanto, l’umanità non potrà più dirsi abbandonata.
«Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia» (Lc 2,7).
I segni di Dio che si è fatto uomo sono sconcertanti: un bambino avvolto in fasce e posto in una mangiatoia. Colui che era Dio, senza cessare di esserlo, «svuotò se stesso assumendo una condizione di servo» (Fil 2,7). Giuseppe nel vangelo è chiamato a dare il nome al bambino, chiamarlo Gesù che significa: “Jahvè salva”.
Ognuno di noi ha un nome che lo identifica… ma Dio ha per ciascuno di noi un nome particolare, un nome con un significato bellissimo, che solo lui conosce e che si rivela un poco alla volta, nella misura in cui si precisa la nostra vocazione. Perché il nostro nome è una chiamata per Dio. Giuseppe, l’uomo giusto che decide di prendere con sé Maria e di accogliere poi il Bambino Gesù, il Salvatore, ci guidi e ci illumini nel saper prendere nel nostro percorso esistenziale tutte quelle decisioni vere, belle e buone.

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ARTICOLO DI: Alberto Origgi

“Fra Alberto Origgi – frate minore conventuale. Da grafico pubblicitario, ad agricoltore, a frate francescano poi, per trafficare nella vigna del Signore ed essere a servizio del Regno di Dio. È passato attraverso esperienze parrocchiali, caritativo-sociali con persone con handicap, condivisione di esercizi spirituali, ad esperienze in chiese conventuali. Laudato sii, mi Signore, per quelle parole di San Francesco che sento profondamente mie e che mi lacerano e feriscono il cuore: “Iniziamo fratelli a servire e a fare il bene perché finora abbiamo fatto poco o nulla!”.”

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