Tre regali per Natale/1. Triduo in preparazione al Natale

Tre regali per Natale/1. Triduo in preparazione al Natale

Mi ricordo quando ero piccolo, e sicuramente questo vale anche per molti di voi, alla sera della vigilia del Natale, ero tutto trepidante perché nella notte santa arrivava Gesù Bambino e con mio fratello e mia sorella eravamo tutti contenti perché ci avrebbe portato i regali, i doni.  Allora mi sono chiesto: ma che regalo vorrei io da questo Natale?
Quale regalo vorreste che il Natale vi portasse? Quale regalo sentite di ricevere da questo Dio-Bambino?
Un regalo anche per noi oggi, per ciascuno di noi, anche se siamo un po’ più grandi, un regalo di Natale.
Di che cosa avete bisogno? Dove vi sentite più in difficoltà? Ecco tre pacchi regalo per noi.
1. Sentite che non vi amate tanto?
2. Avete delle difficoltà da affrontare?
3. Avete paura di un cambiamento?
Primo regalo.
Sentite che non vi amate tanto, vi sentite inadeguati, che non vi stimate molto? Che non credete in voi? Sentite gli altri migliori?
Il regalo è Maria: il tuo valore di persona. Chi era Maria? Una semplice, sconosciuta e povera ragazza di Nazaret.
Eppure! La nascita di una bambina in Israele era accolta con disappunto e si diceva: “No, una femmina!”. Le donne non erano valutate, non considerate al tempo di Gesù. La donna serviva solamente per assicurarsi una discendenza. Alla donna non veniva chiesto di pregare perché le loro preghiere, secondo la mentalità dell’epoca, non avevano valore e neppure era tenuta ad andare in sinagoga. Ma dov’è il valore di una persona? Maria era una senza valore: eppure ciò che non ha valore per gli uomini, ce l’ha per Dio. Chi era Maria? Nessuno per gli uomini, ma grande, piena di grazia, colmata di bellezza per Dio. Maria è amata per sempre, è tempio dello Spirito santo, è ricolmata della bontà divina.
Ci possiamo sentire, come lei, nessuno?
Guardiamo a quello che Dio ha fatto con Maria, cose grandi e stupende perché nulla è impossibile a Dio. Maria si trova al centro dei racconti di Natale, di lei l’evangelista Luca parla in modo molto sobrio: “Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo depose in una mangiatoia, perché non c’era posto per loro nell’albergo” (Lc 2,7).
Ed anche Francesco di Assisi pone al centro della sua esistenza la Madre di Gesù. Tommaso da Celano scrive: “Circondava di un amore indicibile la Madre di Gesù, perché aveva reso nostro fratello il Signore della maestà. A suo onore cantava lodi particolari, innalzava preghiere, offriva affetti tanti e  tali che lingua umana non potrebbe esprimere. La costituì avvocata dell’Ordine e pose sotto le sue ali i figli che egli stava per lasciare, perché vi trovassero calore e protezione sino alla fine” (2Cel 198: FF 786).
Francesco aveva una personalità esuberante, vivace affettivamente, di una viva sensibilità che la cultura cavalleresca del tempo apriva verso la donna ideale, che veniva proposta come stimolo ad ogni ardimento e impresa. Sensibilità, carica umana, ideale cavalleresco contribuirono certamente a sostenere il rapporto filiale, pieno di affetto e di devozione, di Francesco verso Maria.
Con intuito teologico profondo Francesco non distacca mai Maria da Gesù, la coglie sempre dentro il progetto di salvezza operato da Dio e più in particolare nella sua relazione con la santissima Trinità, sempre in rapporto all’evento dell’incarnazione.
Maria è la Madre di Gesù: attraverso il suo consenso “ci ha ottenuto misericordia e ha reso nostro fratello il Signore della maestà” (LegM 9,3: FF 1165).
In una preghiera che esprime il suo credo, Francesco ringrazia Dio per i suoi mirabilia di salvezza “perché ha fatto nascere lo stesso suo Figlio vero Dio e vero uomo dalla gloriosa sempre vergine beatissima santa Maria” (Rnb 23,5: FF 64).
Per Maria l’onnipotente, il santissimo e sommo Dio, il signore delle maestà si è fatto uno di noi, lui “così santo, così degno, così glorioso dal grembo di lei ricevette la vera carne della nostra umanità e fragilità” (2Lf 4: FF 181). È Maria il luogo in cui si sposano l’onnipotenza e la fragilità, la divinità e l’umanità.
Che Maria ci aiuti a gustare il valore della nostra persona, del nostro essere uomini e donne, ci aiuti la Madre del Signore a sentirci come Lei amati da Dio, colmati della sua grazia e presi per mano nel nostro cammino di vita.

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ARTICOLO DI: Alberto Origgi

“Fra Alberto Origgi – frate minore conventuale. Da grafico pubblicitario, ad agricoltore, a frate francescano poi, per trafficare nella vigna del Signore ed essere a servizio del Regno di Dio. È passato attraverso esperienze parrocchiali, caritativo-sociali con persone con handicap, condivisione di esercizi spirituali, ad esperienze in chiese conventuali. Laudato sii, mi Signore, per quelle parole di San Francesco che sento profondamente mie e che mi lacerano e feriscono il cuore: “Iniziamo fratelli a servire e a fare il bene perché finora abbiamo fatto poco o nulla!”.”

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