Di coloro che vanno tra gli infedeli…

Di coloro che vanno tra gli infedeli…

Sto ascoltando alla radio gli aggiornamenti che arrivano da Parigi. Oggi poi il breviario francescano prevede, oltre al frate Leone di cui il nostro Santorale, anche la memoria dei santi Nicola Tavelič e compagni, frati minori martiri a Gerusalemme nel 1391, e per mano degli stessi musulmani a cui probabilmente si rifanno idealmente i pazzi terroristi di Parigi, dell’Isis, di Boko Haram e di tante altre parti del mondo. Paura, indignazione, confusione, rabbia, voglia di fare qualcosa: queste emozioni si intasano tra cuore e mente. Mi va bene, quella che temo è piuttosto la stanchezza e la rassegnazione!
Vorrei poter urlare che Allah/  ﷲ‎/Dio/הוהי/Jahvè, o in qualsiasi altra lingua ci capiti di pronunciarne il nome, non è neanche una briciola più grande quando lo invochiamo a giustificazione dei nostri delitti! Questa è una bestemmia!
Per non perdere la speranza, per non lasciare a questi fanatici di spegnermela, francescanamente mi rifugio nel capitolo XVI della Regola non bollata: «Dice il Signore: “Ecco, io vi mando come pecore in mezzo ai lupi. Siate dunque prudenti come serpenti e semplici come colombe”. Perciò tutti quei frati che per divina ispirazione vorranno andare tra i saraceni e altri infedeli, vadano con il permesso del loro ministro e servo. Il ministro poi dia loro il permesso e non li ostacoli, se vedrà che sono idonei ad essere mandati; infatti sarà tenuto a rendere ragione al Signore, se in questo o in altre cose avrà proceduto senza discrezione. I frati poi che vanno tra gli infedeli possono comportarsi spiritualmente in mezzo a loro in due modi. Un modo è che non facciano liti né dispute, ma siano soggetti ad ogni creatura umana per amore di Dio e confessino di essere cristiani. L’altro modo è che, quando vedranno che piace a Dio, annunzino la parola di Dio perché essi credano in Dio onnipotente Padre e Figlio e Spirito Santo, creatore di tutte le cose, e nel Figlio redentore e salvatore, e siano battezzati, e si facciano cristiani, poiché, se uno non sarà rinato dall’acqua e dallo Spirito Santo, non può entrare nel regno di Dio» (FF 42-43).
Sempre per lo stesso motivo, andiamo a leggerci, e magari facciamola leggere ai nostri amici musulmani, la lettera che eminenti personalità islamiche di tutto il mondo hanno scritto a Al-Bagdadhi, il sedicente imam che guida l’Isis (testo in varie lingue in http://www.lettertobaghdadi.com, una traduzione italiana è reperibile in http://www.fidae.it/news/2-2-2015-lettera-aperta-al-sedicente-stato-islamico-2014.pdf).
Posso azzardare, infine, una preghiera non solo per le vittime innocenti ma anche per i “poveri” attentatori? Perché davvero e nel senso peggiore della parola “poveri”, anche solo per aver ritenuto di rendere gloria a Dio con la loro ferocia assassina. E di tutta la misericordia del loro Dio, come direbbe il primo comandamento biblico, più che mai invano nominato (a torto, senza essere mai stati autorizzati a farlo, completamente fuori luogo, commettendo sacrilegio), avranno ora davvero bisogno! Loro, e chi, approfittando della loro povertà, ha abusato della loro fede e ha armato le loro menti prima ancora che le loro mani.
Lo Spirito Santo, che è spirito di discernimento, ci aiuti a capire come affrontare sul serio queste situazioni, ognuno per ciò che gli compete ed è nelle sue possibilità!

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ARTICOLO DI: Fabio Scarsato

“Fra Fabio Scarsato – Originario di Brescia, frate minore conventuale, è appassionato di san Francesco e francescanesimo, che declina come stile di vita personale e come testimonianza agli altri. È passato attraverso esperienze caritativo-sociali con minori e giovani in difficoltà, esperienze parrocchiali e santuariali nella trentina Val di Non (Sanzeno e S. Romedio), di insegnamento della spiritualità francescana, condivisione di esercizi spirituali e ritiri, grest e campiscuola anche intereligiosi, esperienze di eremo e silenzio. Attualmente vive al Villaggio S. Antonio di Noventa Padovana, ed è direttore editoriale del Messaggero di S. Antonio, del Messaggero dei ragazzi e delle Edizioni Messaggero Padova.”

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