Stelle “credenti”

Stelle “credenti”

In agosto tanti sono i giorni che ricordano avvenimenti francescani, come il 2 con la festa di S. Maria degli Angeli e in particolare il Perdono di Assisi, e con personaggi come l’11, festa di S. Chiara, il 14, festa di p. Massimiliano Kolbe, e il 25, di S. Ludovico IX re patrono dell’OFS. Tra tutte queste feste ce n’è una che di francescano proprio ha poco ma potrebbe avvicinarsi molto allo spirito: la notte di San Lorenzo. Nella serata di questo giorno o giù di li visto che il fenomeno delle stelle cadenti si verifica anche qualche giorno prima e dopo del 10 di agosto, quanti di noi sono stati con il naso all’insù fino a tarda sera per avere o cercare la fortuna di vederne una mentre illumina il cielo buio della notte con la sua scia, e quanti si sono, dopo aver avuto la meravigliosa occasione che aspettavano, ad occhi chiusi, messi a pensare a quale desiderio da esprimere. Credo in molti, compreso il sottoscritto.
È per questo che mi fa pensare a Francesco o ai suoi fratelli: chissà quante volte avrà avuto questa occasione, dormendo spesso all’addiaccio, di vederle “cadere” così belle, luminose e misteriose, e anche per questo ha desiderato ringraziare il Signore inserendole nel cantico delle creature.
Quest’anno, io e la mia famiglia abbiamo avuto la possibilità di passare una settimana di vacanza in alta montagna, in compagnia di altre famiglie di amici. La struttura era in passato una grande malga rimessa a nuovo per poterla utilizzare durante i campi ACR o Scout dei ragazzi della zona. Un luogo, a 1600 mt di altezza, distante una decina di km dal primo centro abitato, raggiungibile non con poca difficoltà attraverso una strada bianca non molto livellata diciamo. Il complesso è privo di energia elettrica (e qui si accendeva l’allegria), comunque ci siamo muniti di un generatore di emergenza, priva di acqua di acquedotto, ma si può utilizzare una fonte naturale (e qui scaturiva l’amicizia), mentre per cucinare abbiamo portato una bombola di gas visto che c’erano i fornelli a disposizione.
È stata un’esperienza legata alla semplicità e alla essenzialità delle nostre giornate, ma soprattutto una ricerca continua di trovare in ogni momento il contatto, la parola, lo sguardo, i rumori di chi ti sta vicino. Anche se si restava un momento soli a leggere un libro, avevi la compagnia delle grida di gioia dei ragazzi che giocavano, oppure anche solo a fare qualche lavoretto, dove avevi sempre qualcuno che ti veniva a chiedere se avevi bisogno di una mano oppure semplicemente con uno sguardo dava un valore immenso a ciò che stavi facendo. Momenti dove vedi ricomparire in mano ai bambini giochi fatti con pezzi di legno, dove vedi le mamme con le ragazze fare un dolce insieme, dove senti i papà sorridere perché hanno fatto un gol al figlio! Dove se anche la destinazione di una passeggiata è una sola, ognuno porta un diverso ma condiviso entusiasmo nell’affrontarla. Dove per tutti era sempre un nuovo inizio.
Alla sera poi, e qui torno alle nostre stelle cadenti, dopocena, ci mettevamo tutti, chi in piedi, chi distesi a terra con una coperta, chi seduti su una roccia a scrutare il cielo alla ricerca di quel tanto aspettato bagliore dall’alto verso il basso di una stella cadente. E quando capitava, incrociava il nostro sguardo che dal basso verso l’alto prendeva la forma invece di una stella “credente”.
Ringraziando Dio di questi bellissimi doni che abbiamo potuto gioirne e che ci accompagneranno ancora, anche se siamo scesi dal monte.

“Mi indicherai il sentiero della vita,
gioia piena alla tua presenza,
dolcezza senza fine alla tua destra”
(Bibbia Francescana, Salmo 16,11)

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ARTICOLO DI: Fabio Gallo

“Sono nato nel 1966 e vivo a Camposampiero (PD), sposato con 2 figlie. Ho vissuto l'esperienza di seminario a Camposampiero frequentando la scuola media e alle superiori ho studiato grafica pubblicitaria. Attualmente, lavoro al Messaggero di sant'Antonio, come grafico nella rivista Messaggero dei Ragazzi da più di vent'anni. Attraverso questo lavoro ho potuto avvicinarmi oltre alla realtà dei giovani anche alla semplicità francescana.”

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