sabato 13 giugno 2015, Sant’Antonio da Lisbona e di Padova. E il “suo” pane…

sabato 13 giugno 2015, Sant’Antonio da Lisbona e di Padova. E il “suo” pane…

Tommasino è un bimbo di venti mesi che vive a Padova proprio negli anni in cui si stava costruendo la Basilica in onore di Sant’Antonio. Un giorno la mamma, molto indaffarata, lo lascia da solo in cucina e lui, preso dalla voglia di scoprire il mondo, prende di mira il secchio pieno d’acqua e ci finisce dentro a testa in giù. La mamma lo trova morto. Urla, ma non si dispera. Invoca l’aiuto del Santo e fa un voto: se potrà stringere ancora tra le braccia il suo bambino, donerà ai poveri tanto pane quanto pesa Tommasino. E così fa, perché il bambino torna in vita.
È questo episodio che, secondo la tradizione, ha dato origine al pane di Sant’Antonio, pane che ha il sapore della gratitudine verso il Cielo e della carità verso i poveri.
Anche oggi quanti donano nel nome di S. Antonio permettono a lui e a noi suoi frati di raggiungere tante situazioni di bisogno.
Il pane è perciò divenuto uno di segni dell’identikit di S. Antonio.  È segno dell’alimento base, diritto di ogni uomo, e della condivisione, richiamo forte all’eucarestia, alla vita donata di Gesù.
Nelle chiese francescane e presso la basilica di Sant’Antonio viene distribuito in giorni importanti, come quelli della “tredicina” (i tredici giorni che preparano la festa del Santo) per ricordare la vita del Santo, la sua attenzione al grido dei poveri, nella memoria del gesto di Gesù. E per cercare di fare altrettanto: spezzare il pane per creare fraternità e condivisione con chi è nel bisogno.
Sant’Antonio, santo innamorato della parola di Gesù, della vita delle famiglie ed attento a chi è nel bisogno, ci aiuti a vivere da cristiani che uniscono fede e pane, vangelo e carità!
Per ciascuno un saluto e  un ricordo presso S. Antonio qui a Padova.

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ARTICOLO DI: Giovanni Voltan

“Ministro Provinciale della Provincia Italiana Sant'Antonio di Padova dei Frati Minori Conventuali. Prima di esserlo, formatore in vari conventi della Provincia. Licenziato in teologia e studi francescani, appassionato, nei tempi liberi, di cammino, di fotografia amatoriale, di seguire le sorti di Padova ed Inter.”

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