Quando Chiara ascoltando diventava madre…

Quando Chiara ascoltando diventava madre…

Nel tempo liturgico d’Avvento, quale cammino di attesa e, insieme, di ri-conformazione al nostro essere come discepoli chiamati a farci spazio e dimora di Dio tra gli uomini, il mistero della Parola che si fa carne interpella la nostra disponibilità ad ascoltare e a dare alla luce quanto ascoltato. Ogni discepolo, donna o uomo, ha in sé, come grazia, la potenzialità “materna” di generare per gli altri il Cristo incontrato e contemplato con stupore nella Sua Parola, nel Vangelo. Tutta la nostra persona prende la forma di Colui che la abita e che sta nelle profondità viscerali delle nostre domande di senso, di Amore, di esserci significativamente per qualcuno. La Parola si fa carne e abita in mezzo a noi. Scrutiamo nella vita di Chiara di Assisi, la osserviamo nella quotidianità semplice del monastero di San Damiano: passi leggeri e sguardi in profondità, povera come chi può sempre stupirsi del più piccolo dono, paziente nei suoi gesti ritmati da parole ascoltate e pregate cercando parole fraterne per altri. Formate dal Vangelo, le abitanti di San Damiano nascono le une per le altre come sorelle ogni giorno. E Chiara vuole che quella Parola-Presenza le nutra, si impasti con tutto il loro essere, fino a renderle pienamente donne, fino a far sperimentare ciò che ella indica ad Agnese di Boemia: «Come dunque la gloriosa Vergine delle vergini lo portò materialmente, così anche tu, seguendo le sue orme, specialmente quelle dell’umiltà e della povertà, senza alcun dubbio lo puoi sempre portare nel tuo corpo casto e verginale, contenendo colui dal quale tu stessa e tutte le cose siete contenute, possedendo ciò che si possiede più saldamente rispetto agli altri possessi transitori di questo mondo» (FF 2893). Narra il Celano (cf. FF 3230-3232) che Chiara ha cura di provvedere «alle figlie l’alimento della parola di Dio per mezzo di devoti predicatori, del quale alimento non riserva per sé la parte minore». L’ascolto della Santa è insaziabile: «nell’ascolto della santa predicazione si riempie tanto di esultanza, si delizia tanto nel sentirsi ricordare il suo Gesù». E la memoria diventa vita! Accade anche a noi, talvolta, di avvertire gioie così grandi e intense che diciamo di sentire “esploderci” il cuore: ciò che proviamo è incontenibile, abbiamo bisogno di comunicarlo, di farlo vedere! Accade così a Chiara, in maniera eccezionale: «a volte», continua il Celano, «mentre predicava frate Filippo di Adria, un bambino bellissimo era vicino alla vergine Chiara e per gran parte della predica la vezzeggiava con carezze». L’ascolto feconda e abita l’esistenza, sicché noi siamo quello che ascoltiamo ma anche “generiamo” secondo quello che ascoltiamo. Chiara è “coccolata”, vezzeggiata dalla Parola e chi la guarda trova a sua volta uno spazio in cui gioire: «Alla vista di questa apparizione, quella che meritava di vedere tali singolarità della madre, ne provava una soavità inesprimibile». L’ascolto vero è l’amen che fa in me e per gli altri la Sua Parola.

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ARTICOLO DI: Marzia Ceschia

“Pace e bene! Sono Sr Marzia Ceschia, classe 1976, sono nata a San Daniele del Friuli (UD) e sono religiosa delle Suore Francescane Missionarie del Sacro Cuore. Ho conseguito la laurea in Lettere classiche presso l’Università degli Studi di Trieste e il baccalaureato in Teologia presso l’Istituto Teologico di Assisi. Di recente mi sono licenziata in Teologia Spirituale presso la Facoltà Teologica del Triveneto a Padova e attualmente sono dottoranda presso la medesima Facoltà. Sono impegnata nel servizio edcativo nella scuola secondaria di primo grado del mio Istituto, a Gemona del Friuli, nella pastorale giovanile e in vari servizi formativi e di insegnamento. Amo leggere, ricercare, ascoltare le esperienze altrui e mi appassiona tutto ciò che riguarda la spiritualità francescana e la mistica femminile.”

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