Il sogno liberatore di Giuseppe (Mt 1, 18-24)

Il sogno liberatore di Giuseppe (Mt 1, 18-24)

Il dilemma: la denuncio e la faccio lapidare per legge oppure la ripudio e l’abbandono, seppure in segreto? Per Giuseppe, un dilemma, un tunnel atroce, con tutti i sentimenti più teneri e profondi trascinati sul filo di quest’affilatissima lama etico-giuridica che, se adottata, porterà in ogni caso alla morte della relazione con Maria.

Il messaggero di Dio, a differenza di Maria, visita Giuseppe nel sogno. Di nascosto anche dai suoi stessi occhi e pensieri più lucidi. Perché? Una balbettata ipotesi potrebbe essere questa: perché l’onirico è lo spazio per ascoltare tutte le parti di sé. Nel sogno va in scena tutto di noi, anche ciò che non consideriamo e/o non vogliamo o non siamo pronti ad accettare. Il sogno è una terra di mezzo – pulita, questa – che il Padre usa per liberare Giuseppe dai troppi e drammatici pesi che sta gestendo da solo. L’angelo rivela  il senso a lui ignoto di ciò che sta accadendo. E gli offre un’altra paternità.

Giuseppe e Maria erano due giovani ebrei con normali desideri e aspettative. Il padre si riserva ambedue per una maternità e una paternità diverse. Avranno un figlio sì, ma non del tutto loro. Ambedue spogliati di una generatività legittima e solo loro per riceverne un’altra. Infinitamente più feconda, programmaticamente salvifica per la propria etnia e non solo. Liberati dalla «fisiologica» idolatria del figlio, come Abramo. Sia Maria che Giuseppe sono chiamati a lasciarsi condurre là dove non sanno, anche in questo campo, il più intimo, il più privato, della generazione umana. A lei viene chiesto di accettare una maternità divina, a lui la paternità legale. I due si troveranno a servire qualcuno più grande di loro, come madre e come padre, come se nulla fosse successo, passando per tutte le normali fasi evolutive della famiglia. Un disegno troppo grande da capire nel giro di una rivelazione angelica o di un trip onirico. Solo la fiducia in quelle parole avrebbe dischiuso loro il senso di quanto andavano inopinatamente vivendo e accettando.

Cosa ti stanno dicendo i tuoi sogni?

 

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ARTICOLO DI: Paolo Floretta

“Fra Paolo Floretta è francescano conventuale. Laureato in filosofia e psicologia, è specializzato in psicoterapia. Ha lavorato al Messaggero di sant’Antonio, seguendo per alcuni anni lo sviluppo del web e il suo uso in chiave pastorle. Ha insegnato presso la Facoltà Teologica del Triveneto e si occupa di formazione e accompagnamento psicoterapeutico. Sta concludendo la specializzazione in teologia spirituale. Con don Marco Sanavio ha pubblicato Webpastore.it (EMP 2010).”

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