Giovanni, l’Elia fedele (Mt 17,10-13)

«Elia è già venuto e non l’hanno riconosciuto; anzi, l’hanno trattato come hanno voluto». Gesù restituisce tutto l’onore a Giovanni, suo cugino il Battezzatore. A dispetto di chi si attendeva effetti pirotecnici per il ritorno di Elia, Gesù contrappone la fedeltà di Giovanni alla verità che ha intravisto in lui.

Nessun clamore, solo lo sguardo dritto e umile e la capacità di diminuire programmaticamente perché lui, Gesù, possa crescere, farsi strada, battezzare col fuoco dello Spirito. Un Elia fedele, senza temere nessuno: né un reuccio debole e capriccioso, né una morte istigata e infamata dalla perversità di una donna prigioniera della propria ferita e frustrante gelosia. Gesù si avvede che sarà una sorte simile anche la sua, dettata dal terrore della ragion di stato.

La fedeltà è un frutto di lungo periodo. E lungo il cammino non sempre trova il gradimento di tutti. Non per questo smette di indicare le verità che contano.

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ARTICOLO DI: Paolo Floretta

“Fra Paolo Floretta è francescano conventuale. Laureato in filosofia e psicologia, è specializzato in psicoterapia. Ha lavorato al Messaggero di sant’Antonio, seguendo per alcuni anni lo sviluppo del web e il suo uso in chiave pastorle. Ha insegnato presso la Facoltà Teologica del Triveneto e si occupa di formazione e accompagnamento psicoterapeutico. Sta concludendo la specializzazione in teologia spirituale. Con don Marco Sanavio ha pubblicato Webpastore.it (EMP 2010).”

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